LA MENTE COME MAPPA PER I TUOI VIAGGI
V
olevo ancora amoreggiare con il sole, farmi accarezzare dai suoi tiepidi raggi. Invece Lei, spietata e decisa, mi catapultava in un mercato all’aperto nel mezzo del vociare della gente. Non era una sensazione, un eco lontano, ma al mio fianco, sul mio cuscino. Con un veloce gesto, quasi per coglierla di sorpresa, tentavo di zittirla.
Maledetta sveglia, aveva ingoiato il mare, non riuscivo più a vederlo. L’aveva risucchiato come succede all’acqua in un lavandino senza tappo. Ora sentivo solo i rumori, gli odori e il gusto amaro della fatica: una sensazione peggiore della povertà!
Quasi vedevo il ghigno soddisfatto di chi era riuscito nel brusco intento di riportarmi alla realtà. Qui non c’è nulla di magico. Solo preoccupazioni, impegni, doveri, doveri e ancora doveri. Nessuna felicità che ti sorride. Per fortuna esistono i sogni d’alta quota che talvolta fanno volare. L’ultimo non riuscivo ancora ad abbandonarlo. Le onde mi trasportavano lontano dalla riva sporca, costellata da cumuli di rifiuti che la vita butta via, ammassati e accatastati caoticamente. All’orizzonte, potevo intravedere un'altra spiaggia, pulita con il sole che accarezzava senza bruciare. Lì, sarei stata beata, senza desideri di fuga, ma solo di piacere. Dietro quell’orizzonte immaginavo eventi meravigliosi, mai visti né sentiti prima che per adesso restavano ancora nascosti, ma a me dedicati. Purtroppo il tempo mistificatore rubava le delizie del sonno, e del sogno.
Caspita com’era tardi. Avevo ignorato talmente tante volte la sveglia che la giornata già mi sovrastava e mi costringeva a inseguirla. Il tanto declamato dovere non era più prorogabile. Oramai il mio lavoro era diventato una consuetudine, noiosa e monotona. I pazienti, che una volta ascoltavo con piacere, adesso erano diventati per me solo lamentevoli. Oltre a questo, si aggiungevano le cose di tutti, le bollette, le tasse, il mutuo, gli aggiornamenti, i pin… un elenco infinito. Solo i fannulloni vivono spensierati, ma a che prezzo?
Ero stanca, stufa della profonda e logorante noia che mi trascinavo da tempo. La pigrizia a volte è più dolce del cioccolato?
Mannaggia, che vergogna. Se mi avesse vista la nonna avrebbe urlato:
«Leonessa dov'è’ finita la ragazza che afferrava le sfide agguantando già la successiva? Tutta qui la tua forza?».