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Un viaggio nella mente alla scoperta di se stessi: L’amore che manca, il nuovo romanzo di Eva Rei


C he cos’è questo amore che manca di cui ci parla Eva Rei? Sarebbe facile, a un primissimo sguardo, scambiarlo per un’allusione alla vita di coppia, ma così facendo ci troveremmo molto lontani dall’intenzione dell’autrice. Solo addentrandoci nella narrazione, infatti, possiamo scoprire il vero significato del titolo.

Linda, psicoterapeuta in crisi professionale, decide di intraprendere un viaggio in Puglia per ritrovare le sue origini. Otterrà molto di più: attraverso incontri posti sul crinale tra realtà e visione, l’avventura di Linda si trasforma in un viaggio nella mente, un’occasione per scoprire l’origine del dolore psichico e i modi per superarlo.

Le viene rivelato come la vera possibilità di curarsi consista nello sviluppo di un amore incondizionato nei confronti del proprio cervello, nella riscoperta dell’unità tra conscio e inconscio, tra ragione e sogno.

In una società che tende all’ipertrofia razionalista dimenticando il potere della fantasia, questa crescita spirituale di Linda rappresenta una vera rivoluzione. Tornata a casa, infatti, si prodigherà per diffondere la sua scoperta trasformandola in una rigorosa tecnica di riabilitazione psicoterapeutica: il successo è straordinario.

Il romanzo schiude al lettore un contagioso senso di rinascita, e lo fa chiamando in causa gli apporti delle neuroscienze e della fisica quantistica.

I personaggi, ponendosi quelle domande radicali troppo spesso dimenticate anche dalla letteratura cosiddetta “alta” (che spesso diventa letteratura di maniera), arrivano a chiedersi, ad esempio, cosa sia la mente, il perché del dolore, perché il cervello impieghi tanta energia nell’inconscio e solo una piccola percentuale nel conscio, cosa sia il vuoto… quest’ultimo, in particolare, sembra essere il vero nemico dell’umanità che cerca di rinascere.

Il senso di vuoto è ciò che tormenta sia Linda sia i suoi pazienti, almeno finché la psicoterapeuta, dopo aver dialogato in stato di visione con la sua guaina neuronale, non arriva ad apprendere l’amore.

Una lettura che suggeriamo a chi voglia approfondire il rapporto con se stesso, a chi crede che l’essere umano non sia solo un ingranaggio da oliare con psicofarmaci, bensì una creatura sensibile che ha bisogno di re-imparare ad ascoltarsi nel profondo.

Dott. Umberto Sereni

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