L'uomo sarebbe dotato di una memoria genetica che capisce, senza preventiva informazione, cosa gli fa bene e cosa gli fa male, tanto che i bambini in alcune regioni dell'Africa mangiano fango e terra quando hanno carenza di sostanze minerali. I sensi in passato erano però molto più acuti, mentre oggi siamo meno capaci di distinguere le sfumature del gusto… Educare il gusto significa insegnare a scegliere i cibi più corretti, dal punto di vista nutrizionale, e più piacevoli, dal punto di vista gustativo. Ma significa anche scoprire che non si gusta solo con la bocca.
Con bocca, lingua e palato sentiamo solo i sapori primari, vale a dire dolce, amaro, salato, acido e glutammato (o sapore di brodo). L'intreccio sensitivo che si sviluppa quando mangiamo è in realtà ben più complesso. Anche l'olfatto e la vista svolgono un ruolo essenziale nel benessere che deriva dal cibo e insieme al gusto e all'udito ci aiutano nella scelta dei cibi preferiti.
In altri termini, il cibo è sempre più strumento grazie al quale tuteliamo direttamente la salute e dal quale dipende la nostra salute; concetto non molto distante dal detto popolare “siamo quello che mangiamo”.
Ne deriva di conseguenza un boom del biologico con un +16% nelle vendite nel primo semestre 2017, all’interno di una più generale ripresa dei consumi alimentari e con particolare attenzione per i cibi ricchi di fibre, vitamine, frutta secca, ecc. e privi di glutine, grassi e lattosio (free from).